Quid ergo tibi magis faciam? Doleo

Quid ergo tibi magis faciam? Doleo quidem quod fama nomenque tuum in flore iuventutis deperit, sed unde te sustentem non habeo. Hoc tantum unum superest consilii, sed periculosum, ut si ea largitate qua prius vivere vis, turrim in qua regis positi sunt thesauri sub obscurae noctis silentio adeamus." Audito hoc filius: "Nullum," ait, "pater, grave licet periculum tecum subire refugio, tantum8 ne desint divitiae, ne si illae defecerint, nominis quoque mei gloria evanescat.

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Che altro fare allora? Mi dispiace, infatti, che la relazione e il nome è perso a voi nel fiore della sua gioventù, ma per i quali non si dispone di un supporto a. Resta che questo non è solo uno di consiglio, ma è pericoloso, che se sulla donazione di una esistenza precedente di cui si desidera, sotto il buio della notte, nel silenzio di una torre in cui sono stati collocati i tesori del re, Andiamo "Ascoltate questa figliuoli:". Nessuno ", disse:" Padre, anche se a quel punto il pericolo con voi per presentare al refugio, tantum8 non manca di ricchezza, nemmeno se si trovano volendo, è anche il nome della gloria dei miei svanisce.